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Durante la gravidanza, l’alimentazione riveste un ruolo di primaria importanza, non solo nel tutelare la salute della madre e nel favorire l’adeguato sviluppo del bambino, ma anche nel prevenire la maggior parte delle patologie prenatali.
I fabbisogni nutrizionali in gravidanza cambiano, in particolare aumenta il fabbisogno proteico-calorico, ma non per questo bisogna assecondare il popolare detto “la donna incinta deve mangiare per due”. E’ più ragionevole sostenere che la donna incinta deve mangiare due volte meglio.
La distribuzione qualitativa e quantitativa degli alimenti dev’essere calibrata al meglio onde evitare aumenti ponderali non fisiologici che possano predisporre mamma e figlio a una gravidanza a rischio.
Ecco alcuni consigli alimentari per favorire il decorso della gravidanza:
- Fare 5 pasti al giorno, 3 pasti principali e 2 spuntini.
- Consumare quotidianamente yogurt intero o kefir per migliorare la flora batterica intestinale.
- Aumentare il consumo di proteine ad alto valore biologico, preferendo il pesce azzurro di taglia piccola, per il suo contenuto in acidi grassi polinsaturi ω-3, iodio, fosforo e per la maggior digeribilità.
- Consumare regolarmente verdure, cereali non raffinati e semi di lino per favorire la regolarità intestinale e il benessere della flora batterica.
- Non consumare nessun tipo di bevanda alcolica. L’alcol attraversa facilmente la barriera placentale e può indurre disabilità fisica e mantale nel feto, nonché alterarne l’accrescimento intrauterino (Sindrome Alcolica Fetale).
- Limitare il consumo di caffé e té per il contenuto in caffeina e acido assalico, un antinutriente che limita l’assorbimento di calcio e ferro.
- Si possono preparare delle tisane o infusi allo zenzero non zuccherate o masticare un pezzetto di radice di zenzero per contrastare le nausee del primo trimestre.
- Aggiungere sale con parsimonia a causa della sua peculiarità a ritenere i liquidi e favorire gli edemi.
- Non eccedere nel consumo di dolci, bevande zuccherine e frutta al fine di contenere l’incremento ponderale nei valori desiderabili.
L’allattamento al seno è l’ultima fase del ciclo riproduttivo, nonché un momento fondamentale per favorire la nascita di un legame unico e imprescindibile tra mamma e figlio, che con il tempo si consoliderà sempre di più.
Protratto per almeno sei mesi, l’allattamento al seno apporta numerosi benefici sia al bambino, sia alla mamma, per questo è vivamente consigliato, ormai da molti anni, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unicef.
Dal punto di vista nutrizionale, il latte materno è l’alimento più completo in assoluto, il miglior nutrimento da dare al proprio bambino, la cui produzione, tuttavia, comporta per la mamma una notevole perdita di energia e principi nutritivi.
La madre che allatta produce mediamente 700-800 ml di latte al giorno, con un dispendio di circa 560 kcal. Parte di questa quota calorica è sopperita dallo smaltimento dei depositi di grasso accumulati duranti la gravidanza, parte dev’essere assicurata con l’alimentazione.
Ecco i principali consigli dietetici per la mamma che allatta:
- Fare 5-6 pasti al giorno, 3 principali e 2-3 spuntini, inserendo alimenti ricchi di proteine e calcio: latte, yogurt, frutta secca (noci, mandorle, nocciole).
- Aumentare l’apporto di proteine assicurando sempre un secondo piatto, o un piatto unico con legumi, a pranzo e a cena. Preferire pesce azzurro di piccola taglia e carne di qualità.
- Bere almeno 1,5-2 L d’acqua naturale o frizzante al dì. Si possono preparare infusi e tisane per raggiungere il fabbisogno idrico.
- Consumare molta verdura, ma attenzione a: broccoli, cavoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, asparagi, aglio, cipolle, porri, melanzane e peperoni, se non consumati in gravidanza, potrebbero rendere il latte meno gradito al bambino.
- Preferire sempre olio d’oliva extravergine per condire.
- Limatare dolci, bevande zuccherine e alcolici (evitare i superalcolici).
La menopausa è uno stato fisiologico della vita della donna, caratterizzato dalla fine delle mestruazioni.
Il periodo di transizione, in cui si esaurisce l’attività ovarica, è chiamato climaterio. Durante il climaterio si osserva la graduale riduzione dell’attività estrogenica, con conseguente comparsa di sintomi caratteristici.
In questo periodo spesso si assiste ad un incremento ponderale, in media di 3-6 kg, nonostante non cambino le abitudini alimentari. La causa è da ricercarsi nella riduzione del consumo energetico.
L’eccesso del tessuto adiposo si localizza caratteristicamente a livello addominale, distribuzione corporea che favorisce:
- ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia
- resistenza insulinica e aumento del rischio di sviluppare diabete mellito
- ipertensione arteriosa
- aumento del rischio di sviluppare tumori ormono-sensibili (K utero e K mammella)
E’ quindi fondamentale per la donna che si trova in questa fase, ridurre l’introito calorico giornaliero.
I sintomi caratteristici del climaterio si possono classificare in psicologici, somatici, vasomotori, e sessuali. Tra i più comuni troviamo vampate di calore, cefalea, nausea, tendenza alla depressione, repentini sbalzi d’umore, sudorazione notturna, calo della libido, secchezza vaginale. Alcuni di questi sintomi possono essere alleviati con l’introduzione alimentare di fitoestrogeni, sostanze vegetali che mimano e modulano l’attività estrogenica.
In menopausa, inoltre, è accelerata la fisiologica perdita di massa ossea (osteopenia), che è causa di maggior fragilità ossea e dell’aumento del rischio di fratture (osteoporosi) . L’alimentazione deve quindi prevedere un adeguato apporto di calcio, fosforo, vitamina D, vitaminaK2, zinco, magnesio e boro, elementi indispensabili nel processo di calcio-fissazione.
Un’alimentazione adeguata ci predispone e ci aiuta ad affrontare al meglio questo momento della vita:
- Assicurare il giusto apporto di calcio, magnesio ed altri minerali non solo con il latte e i latticini, ma anche consumando regolarmente frutta secca, verdura a foglia verde, agretti e broccoli. Alcune tipologie di acqua possono essere ottime fonti di calcio.
- I pistacchi sono un’ottima fonte di fitoestrogeni.
- Ridurre il consumo settimanale di formaggi e affettati. Preferire pesce e carni di qualità.
- Ridurre il consumo di cereali raffinati, prodotti da forno, dolci e zuccheri.
- Consumare regolarmente legumi, associandoli ai cereali come piatto unico.
- Utilizzare il sale con moderazione.
- Utilizzare grassi di qualità come l’olio d’oliva extravergine, l’avocado e il cocco.
La cellulite, o in termini medici pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (PEFS), indica un’alterazione del tessuto sottocutaneo, caratterizzata da ipertrofia delle cellule adipose e accumulo di liquidi negli spazi intracellulari.
I fattori che determinano la cellulite interessano il microcircolo, si assiste infatti ad un’alterazione dell’equilibrio venoso-linfatico, con rallentamento del flusso sanguigno e ritenzione dei liquidi carichi di scorie e tossine, da parte dei tessuti.
Le cause di questa degenerazioni sono molteplici e spesso concomitanti:
- fattori genetici non modificabili: razza bianca, sesso femminile, familiarità
- fattori ormonali: influenza degli estrogeni
- fattori ambientali: apporto idrico insufficiente, alimentazione scorretta, sedentarietà, sovrappeso-obesità, contraccettivi orali, indumenti stretti, tacchi alti, stress e fumo.
L’alimentazione è uno dei fattori più facilmente modificabili e fondamentali nel contrastare e attenuare gli inestetismi cutanei della cellulite, ecco alcuni consigli pratici:
- Eliminare le calorie in eccesso dall’alimentazione abituale, limitando il consumo di cibi particolarmente calorici, ricchi in zuccheri e in grassi raffinati.
- Attenzione alla quantità di alimenti prevalentemente glucidici come prodotti da forno, dolci e snacks. Preferire pane, pasta e cereali integrali.
- Verdura e frutta, con il loro apporto di vitamine, sali minerali e antiossidanti devono essere sempre presenti sulla tavola.
- Bere almeno 1,5-2 L d’acqua al dì, per assicurare l’apporto idrico adeguato all’organismo.
- Ridurre le quantità di sale nella preparazione dei piatti e limitare il consumo di alimenti ricchi in sodio quali affettati, formaggi e prodotti industriali.
- Svolgere attività fisica regolarmente: camminate, bicicletta, nuoto e tutte le attività che coinvolgono il movimento delle gambe favoriscono il ritorno venoso.
- Non fumare e limitare il consumo di caffè e alcolici (evitare i superalcolici).
Numerosi studi scientifici continuano a dimostrare che migliorando l’alimentazione si potrebbe prevenire più di un terzo dei tumori.
Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCFR), la cui missione è di promuovere la prevenzione primaria dei tumori, ha concluso un’opera ciclopica di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione e cancro. Il volume è molto prudente sulle conclusioni, che riassumono solo i risultati più solidi della ricerca scientifica:
- Raggiungere e mantenere il normopeso. Sono sempre più schiaccianti le prove che sovrappeso e obesità aumentano il rischio di sviluppare il cancro. Le evidenze più convincenti riguardano i tumori al colon-retto, esofago, endometrio, pancreas, reni e mammella.
- Svolgere attività fisica quotidianamente. Un’attività regolare aiuta a mantenere corretti i livelli ormonali e rinforza il sistema immunitario.
- Limitare il consumo di alimenti a elevata densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate. Sono generalmente ad elevata densità calorica i cibi industriali raffinati, precotti e preconfezionati, contenenti elevate quantità di zuccheri e grassi.
- Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale. Cereali non raffinati, legumi, un’ampia varietà di verdure non amidacee e frutta.
- Limitare il consumo di carni rosse ed evitare le carni conservate.
- Limitare il consumo di bevande alcoliche. La ricerca ha dimostrato che le bevande alcoliche sono causa di diversi tipi di cancro: bocca, faringe, laringe, esofago, stomaco, mammella e colon. E’ bene non superare le dosi consigliate: un bicchiere di vino al dì per le donne e due per gli uomini.
- Limitare il consumo di sale e cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe. Un eccesso di sodio è risaputo causare ritenzione idrica, affaticamento cardiaco e ipertensione, ma può anche favorire alcuni tipi di cancro: stomaco e pancreas.
Alcuni tipi di muffe contengono aflatossine, sostanze tossiche altamente cancerogene, in particolare per il fegato.
- Assicurare un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo. Per la prevenzione del cancro è sconsigliata l’assunzione di supplementi alimentari (vitamine e sali minerali).
- Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi. Sono ormai molteplici le evidenze scientifiche che mostrano come l’allattamento al seno, protratto per almeno sei mesi, protegge le madri dal cancro alla mammella, prima e dopo la menopausa. Ci sono indicazioni che possa prevenire anche i tumori delle ovaie.
- Nei limiti dei pochi studi disponibili sula prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato. Chi ha avuto una diagnosi di cancro ed è in cura, dovrebbe ricevere specifiche indicazioni nutrizionali da un professionista; in seguito ad un intervento chirurgico, chemioterapia e/o radioterapia le esigenze nutrizionali dovrebbero essere valutate individualmente. Una volta completate le cure, se non ci sono particolari controindicazioni, è consigliato seguire le raccomandazioni per la prevenzione del cancro, al fine di pervenire eventuali recidive.
NON FARE USO DI TABACCO